sabato 28 maggio 2011

Proviamoci


La gestazione di una mostra può durare mesi, anni in alcuni casi: sì prendono i contatti, si organizza, si cambia idea, si discute, si decide, si molla, si abbandona, si riprendono i lavori, si conclude, ma nella maggior parte dei casi è stupefacente come tutto quello che fino ad allora era rimasto astratto e immateriale, imprigionato in un limbo fumoso di “idee come dovrebbero essere” si materializza in un pomeriggio. Una leggera euforia causata dall’inaugurazione imminente concentra ogni singola particella di energia nell’esposizione dei lavori: hai voglia a cercare di pulire il bagno, con le maniche della camicia rimboccate sopra i gomiti e i guanti di gomma, farà capolino qualcuno a chiederti “come stanno i lavori di questa serie?” o “che ne dici se appendo le tele in questo modo?”… Nessuno escluso e nient’altro atteso. Allora si lavora insieme, gomito a gomito, si gioca e ci si sbaglia, si cambia idea e si reinventa tutto, ci si innervosisce e ci si stanca: e sono i momenti che preferisco in assoluto, anche se è domenica e fuori c’è il sole.


2 commenti:

  1. I guanti di gomma usati dai tecnici di Fukushima per entrare nel reattore esploso non sono sufficienti, in quel bagno li... :)
    Benvenuto al blog di Circuiti Dinamici!

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  2. Non è un bagno ma un laboratorio per lo sviluppo degli anticorpi!!

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